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18 imagesCaporetto, Slovenia. Il 24 ottobre del 2017 l' Italia viene sconfitta a Caporetto. Un reportage lungo la Valle dell'Isonzo dalle sorgenti in Slovenia a Caporetto,
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92 images‘Murge’, dal latino 'murex' - 'sasso acuto, roccia’ è il nome usato per distinguere un territorio con una particolare fisionomia fisica. L’area più nota con tale nome è quella delle Murge Pugliesi, caratterizzata dalla stratificazione millenaria di calcari e arenarie che dalla roccia sottostante affiorano al suolo. I terreni di questo altopiano si prestano ottimamente al pascolo, ma sono poco adatti all’uso agricolo, poiché la pietrosità limita l'approfondimento degli apparati radicali delle coltivazioni ed impedisce l'accesso delle macchine agricole nei fondi. Di conseguenza, in questa area il lavoro agricolo si è storicamente circoscritto nei canali e nelle lame - ricchi di sedimenti terrosi – che venivano migliorati attraverso la spietratura manuale o tramite i vomeri degli aratri. Alla fine di ogni ciclo produttivo, i contadini raccoglievano le pietre affioranti o rimosse dagli aratri utilizzandole poi come materiale per la realizzazione di innumerevoli manufatti: trulli, recinti per le bestie, muri a secco e altre creazioni, vere e proprie opere d’arte che caratterizzano il paesaggio. Negli ultimi decenni, un fenomeno fraudolento ha interessato quest’area: noto come la "frantumazione della Murgia", per anni è stato perpetrato lo spietramento del substrato calcareo dei pascoli con potentissimi mezzi meccanici. Un meccanismo redditizio, favorito da un decennale vuoto normativo e che si ampliò a dismisura - eseguito anche su terreni rocciosi o acclivi, laddove la sua utilità agronomica era prevedibilmente nulla - per poter accedere a fondi comunitari. Interessati dai lavori furono non solo i pascoli, con tutto il conseguente indotto legato all’allevamento ovino, ma anche i segni che l’uomo nel corso del tempo aveva lasciato sul territorio: i muretti a secco, le strade interponderali, i tratturi, i pozzi, le cisterne e le neviere, “macinati” da pseudo agricoltori per far posto a pochi metri quadrati di terreno “nudo” da inserire nella domanda di compensazione al reddito. Forte è stato l'impatto ambientale causato da anni di spietramento; oltre ai gravi danni alla biodiversità derivanti dalla distruzione dell’ecosistema pseudosteppa, sono visibili le massicce trasformazioni a carico del paesaggio murgiano, che ha perso la sua secolare identità per trasformarsi, in molte zone, in una monotona distesa di ciottoli frantumati. “Mangiare è un gesto agricolo” ha scritto Wendell Berry. Una affermazione che qui nelle Murge assume il tono di un grido di aiuto, e non a caso in grandi lettere accoglie gli ospiti all’ingresso del ristorante Antichi Sapori di Pietro Zito, a Montegrosso d’Andria. E sono i gesti agricoli, quelli antichi e quelli dissennati, dei quali si racconta nelle foto proposte per la mostra “De cibo”: una storia di cibo, sul cibo, attraverso il cibo, in cui il cibo c’è ma non si vede. Con buona pace della food-photography.
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22 imagesVenezia città agricola Fuori dal luogo comune che vuole Venezia città dal turismo massificato e concentrato pesantemente solo sul Centro Storico, viene presentata una città diversa, di uomini, attenti al naturale rispetto e non dello sfruttamento della laguna che hanno ricominciato a vivere nelle isole coltivando i campi e rimpiantando i vecchi vigneti. E’ la storia di Gastone e Dariella Vio e dei ragazzi che hanno abbandonato un lavoro tranquillo per lavorare in una loro azienda agricola, di Guia di Camerino, Flavio Franceschet e Michel Toulouze. -———— Transparency Stories about amphibious men in the Lagoon of Venice. Visions and water transparency told by local " testimonials ", Venetians who fish and cultivate vegetable gardens and vineyards stubbornly subtracted to brackish waters. A town different from the clichè that shows only mass tourism concentrated in the centre. Here we show you another point of view, that of people who are respectful of the environment, who do not exploit its lagoon.
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71 imagesVenezia FUD: un orto sinergico alla Giudecca. Un paradiso della biodiversità in Laguna Sembra impossibile ma a Venezia si trova uno degli orti più belli al mondo. E quello della Giudecca negli spazi di una casa di riposo per anziani ed di un centro diurno per malati di Alzheimer. Qui quelli che un tempo erano terreni abbandonati ed incolti, Michele Savorgnano dopo aver studiato i fondamenti della permacultura e dell' agricoltura biologica ha fondato F.U.D. - Fattoria Urbana Diffusa coltivando più di 300 varietà di piante diverse, alberi da frutto, anche di una varietà antica, 15 specie di pomodori, 12 di basilico. Ogni martedì si tengono lezioni di permacoltura. Con la permacultura ci si impegna progettare paesaggi in perfetto accordo tra uomo e natura, dove l'uomo possa coltivare e vivere e la natura possa esprimersi. L'idea è quella di progettare con la natura senza dimenticare la sua importanza e seguendo principi etici per quanto riguarda sia la cura della terra che la cura della persona. Attualmente Davide Bisetto chef stellato del Ristorante ORO dell' Hotel Cipriani si è accordato per essere l'unico acquirente di tutta la produzione di FUD
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123 imagesVenezia - Ghetto ebraico. Il 29 marzo 1516 nasceva a Venezia il primo Ghetto d'Europa, una zona cioè dove gli Ebrei dovevano abitare e dalla quale non potevano uscire dal tramonto all'alba